L’INTERVENTO: “Il caro energia sta incidendo in maniera pesante sull’ attività delle imprese, e rischia di mettere in crisi i comparti a maggiore intensità energetica come ad esempio quello siderurgico, le cartiere e le aziende chimiche.
Gli incrementi del costo dell’elettricità tra l’ultimo trimestre 2021 e il primo trimestre 2022 sono abnormi. Tutto questo si aggiunge agli incrementi già registrati nel 2021 del costo del gas (in qualche caso arrivato a quasi sei volte il prezzo pre-pandemia) e di materie prime come la plastica, il legno, il polietilene e l’acciaio, il cui prezzo è praticamente raddoppiato, e che sono di sempre più difficile reperibilità.
La situazione è diventata insostenibile. Con questi andamenti la continuità aziendale è a rischio, e sono molte le imprese che hanno programmato di fermare la produzione per almeno venti giorni tra gennaio e febbraio. L’aumento dei costi si unisce alla domanda che resta compressa a causa del Covid: questi due elementi stanno portando alle chiusure temporanee delle imprese, che presumibilmente aumenteranno nei prossimi mesi.
Il rischio immediato, come evidenzia il Centro studi di Confindustria, è quello di bruciare a livello nazionale 2 miliardi di valore aggiunto.”
Il link del suo intervento: